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Giornata Mondiale per la Vita
In occasione della Giornata mondiale per la Vita , si è tenuto a Verona il meeting invernale diocesano degli adolescenti e giovani.
Ospite d'onore la ballerina-
3000 persone erano presenti presso il Padiglione 10 della Fiera di Verona ,adolescenti ,giovani e non , carichi di energia e positività, tutti uniti nel testimoniare che basta davvero poco per essere felici: basta esserci!
Usando le parole di Monsignor Giuseppe Zenti, vescovo di Verona,la domanda da fare sarebbe un'altra:"Di cosa possiamo fare a meno per essere felici?"
Domanda provocatoria in questo tempo di crisi, ma tra questi giovani si vuole cambiare prospettiva.
"Crisi" deriva dal termine greco che significa "scelta".
Quindi NOI scegliamo di esserci,scegliamo di tutelare la Vita prima ancora di essere concepita,scegliamo di affrontarla con coraggio senza per forza voler raggiungere il massimo.
"Nel giorno della Festa della Vita
ho ritrovato la mia Luce .
Cosa mi manca per essere felice?
Nulla.....
perchè quello che non ho più
mi illumina da dentro
portandomi a tutto questo"
Mida-
Ciò di cui ho bisogno
Lo ritrovo qui
tra gli abbracci nuovi
i sorrisi cordiali
gli sguardi delicati
i contatti cercati.
Il citrato effervescente
la dolcezza della frutta
la dolce bontà
profumata di fiore e girasole.
Il suono di un campanello
il colore di una macchia
la rima in filastrocca
il click a sorpresa
il mister che messaggia
il pasticcio che assaggia
e mi arriva un baciottolo
da un bracottello pimpante.
Una foto di gruppo
la foto del gruppo
un dono per noi
angeli ancora in volo.
Mi trovo nel mezzo
un'ala la dono
ad un'ala mi aggrappo...
il mio cuore si gonfia
di chi è nato con me
e di chi nasce ora...
Nel dono...
ciò di cui ho bisogno
1° allenamento OPS 15 gennaio 2013
L'Arena Clic
mercoledì 02 gennaio 2013 – PROVINCIA – Pagina 23
COLOGNOLA. A Cadellara il raduno dei volontari dell´associazione che porta la gioia in corsia Trenta nuovi «clown dottori» per fare la terapia del sorriso Medicina dell´allegria in ospedale a Borgo Roma e a Isola della Scala Colognola è stata per un fine settimana la capitale del sorriso. Di quelli capaci di portare sollievo proprio come una medicina, diretta, però, più all´anima che al corpo. Un sorriso speciale che, per trasferirsi dal volto di chi lo fa al cuore di chi lo riceve, ha bisogno di una vera e propria scuola, tenutasi a Villa Turco Maffei dei padri Stimmatini a Cadellara.
Si sono dati appuntamento qui per una tre giorni di intensa formazione, i volontari della «Ops clown-
Come si fa a diventare un clown dottore? «Innanzitutto, come abbiamo fatto in questi giorni soprattutto con i nuovi volontari, bisogna lavorare su se stessi per andare a ricercare il clown che c´è in ognuno di noi», ha spiegato Diana Mesaroli, in arte "Guizzo", «il che significa andare incontro alla parte più sensibile del proprio io, coincidente poi con quella più fragile di coloro che incontriamo. Il desiderio di entrare nel gruppo può derivare da motivi diversi, da esperienze personali o solo dal sentirsi in sintonia con i bambini e con gli anziani. Questo implica un mettersi in gioco, rilevando che c´è una circolarità tra ciò che si dona e quanto si riceve dal punto di vista umano».
L´impegno dei volontari di «Ops clown» è costante: nel tardo pomeriggio del giovedì o del venerdì portano una ventata di gioia nei reparti pediatria, chirurgia pediatrica e oncoematologia pediatrica del policl! inico di Borgo Roma come pure al Pronto soccorso dell´os! pedale di Isola della Scala. Il sabato mattina, invece, regalano gag e sorrisi alla casa di riposo di Isola della Scala.
Sia con i bimbi che con i nonni, mettono in atto tante strategie derivanti dal teatro, dal circo e dall´arte di improvvisare che riescono a rasserenare gli animi di chi soffre. «Oltre al valore del sorriso, la cosa più importante per noi», fa sapere Claudia Giordano, alias “Talatala”, «è riuscire a far tornare il paziente a una vita normale almeno per un istante; sapere che per un attimo l´abbiamo riportato a uno stato di benessere, è un grande obiettivo raggiunto».
«Questo e il fatto di sentirci attesi sia in corsia che in casa di riposo, sono aspetti molto belli che ci spronano a continuare», riferisce Elisa Conati, nei panni di "Altalena".
«I bambini in ospedale ci aspettano con trepidazione tutte le settimane e lo stesso fanno i nonni in casa di riposo», concorda Elena Ferrari, la "Pan di stelle" del g! ruppo nonché presidente della onlus, «chiaramente con una sensibilità diversa. Sia nei piccoli che negli anziani c´è la sofferenza, che si attenua nei bambini quando con noi risvegliano la loro energia vitale capace di amplificarsi in fretta, e negli anziani quando riusciamo a far riaffiorare emozioni, passioni e ricordi del loro passato tanto che a volte si commuovono. Piccoli e grandi in quel momento riscoprono la gioia di esserci, di vivere».
Grazie agli angeli di «Ops clown», una degenza in ospedale può diventare meno difficile per i più piccoli, come pure per gli anziani può rivelarsi un gioco divertente l´eseguire degli esercizi di fisioterapia.
«Siamo portatori di gioia incondizionata e lo facciamo con piacere sempre e solo come volontari», precisa Marco Nordera, il "Marcolino" della compagnia, «senza alcun profitto personale». Chi lo desidera, però, può sostenere l´associazione come riporta il sito www.opsclown.it.
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